by Esserrenne
Planet X è il primo Ep degli
Psyconauts, band metal di Alessandria; il titolo si riferisce al
pianeta Nibiru che, stando a una teoria diffusasi in rete, sarebbe
dovuto entrare in rotta di collisione con la Terra il 21 dicembre
distruggendola. Che nelle intenzioni l’album fosse una sorta di
testamento musicale prima della fine? Sembrerebbe. Si inizia bene con
Road To Nibiru: una intro dal sapore spaziale che si scioglie in un
graffiante riff di chitarra e una vocalità graffiata e interessante.
Sul finale il ritmo si fa più veloce e si aggancia perfettamente a
Be Yourself, altro pezzo ad alta tensione con un’andatura quasi
militare dettata dalle rullate di batteria.
Great Sunbeam è un pezzo
godibile che dà tutta l’idea del sottogenere stoner in cui il
gruppo s’identifica: incedere lento, accordi bassi, strumenti a
corde potenti, cantato più melodico; sembra quasi di camminare a
mezzogiorno in mezzo ad un deserto infuocato dal sole. A seguire Just
A Lover, un trionfo del sound distorto e oscuro che caratterizza lo
stile degli Psyconauts, e subito dopo ecco arrivare il picco
dell’album, MMC: sound psichedelico, aggressivo e seducente quanto
basta, refrain da headbanging e finale mistico, quasi meditativo. Il
brano One Bad Star chiude il cerchio conferendo all’intero lavoro
un’aura quasi esoterica, sembra infatti rimandare ad un significato
altro della musica non immediatamente accessibile o comprensibile;
cattura l’orecchio lasciando al suo interno un dubbio, una scia, un
senso di incompiutezza.
Un risultato coerente per musicisti che già
dal nome si propongono al pubblico come indagatori di spazi
sconosciuti, minuscoli ed interiori o infiniti ed esteriori; in ogni
caso lontani da tutto ciò che si può vedere e toccare. Punto debole
di alcune tracce: la durata. Un conto è sviluppare una canzone come
Echoes dei Pink Floyd in 23 minuti, con stacchi, variazioni e sorpese
sonore sempre dietro l’angolo, un conto è mettere insieme brani
duri a morire che iniziano con la carica giusta ma poi si trascinano
avanti per sette o otto minuti tali e quali.
A volte essere brevi è
la strada migliore per essere incisivi e dato che il potenziale c’è
- e soprattutto il mondo è sopravvissuto alle profezie apocalittiche
di fine anno - vale la pena pensarci su in vista dei prossimi lavori. by Esserrenne